Le pompe di calore geotermiche offrono un’efficienza energetica superiore del 30-50% rispetto agli impianti ad aria, con un coefficiente di prestazione tra 4 e 4.5. Questo significa che per ogni unità di energia elettrica consumata, producono fino a 4.5 unità di energia termica.
Questi sistemi sfruttano una caratteristica naturale del sottosuolo: oltre gli 8 metri di profondità, la temperatura del terreno rimane costante tra i 10°C e i 14°C durante tutto l’anno. Infatti, una pompa di calore geotermica funziona utilizzando il calore presente nel terreno o nell’acqua di falda come fonte di energia rinnovabile. Tuttavia, nonostante i vantaggi, in Italia le pompe di calore geotermiche rappresentano appena lo 0,0073% della potenza totale installata, mentre in Europa costituiscono in media il 4,7%.
In questa guida pratica analizzeremo come funziona una pompa di calore geotermica, le diverse tipologie di impianti disponibili, i reali vantaggi economici e ambientali, così come gli svantaggi da considerare prima dell’installazione. Particolare attenzione sarà dedicata ai costi, agli incentivi attualmente disponibili e ai tempi di ammortamento per chi vive in Veneto. La nostra analisi si basa su dati tecnici verificabili e case study reali, per offrire una visione completa e oggettiva di questa tecnologia sostenibile.
Il principio di funzionamento di una pompa di calore geotermica si basa sullo scambio termico con il sottosuolo, che mantiene una temperatura costante durante tutto l’anno. A differenza dei sistemi tradizionali, questo tipo di impianto garantisce prestazioni elevate indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne.
Il ciclo termodinamico di una pompa di calore geotermica inizia con l’estrazione del calore da una sorgente esterna all’edificio, in questo caso il terreno o l’acqua di falda. Questo processo avviene attraverso un sistema di sonde geotermiche che possono raggiungere profondità considerevoli. All’interno di queste tubazioni scorre una miscela di acqua e antigelo con l’obiettivo di assorbire il calore ambientale.
In sostanza, il fluido scende nelle tubazioni a temperatura bassa e risale riscaldato. Quando raggiunge una temperatura sufficientemente elevata, innesca il cambio di stato di un liquido refrigerante speciale da liquido a gassoso. Successivamente, il vapore generato viene compresso da un compressore alimentato ad energia elettrica, provocando un aumento della pressione e di conseguenza della temperatura.
La temperatura risultante è sufficientemente alta per riscaldare l’acqua dell’impianto di riscaldamento e produrre acqua calda sanitaria. Il sistema, che comprende pompa di calore, accumulo e bollitore, costituisce una centrale termica completa.
La stabilità termica del terreno rappresenta il vantaggio principale di questa tecnologia. Infatti, già a pochi metri di profondità, le variazioni giornaliere di temperatura si attenuano notevolmente, mentre quelle stagionali si riducono significativamente dopo pochi metri.
Durante l’inverno, la pompa di calore geotermica cattura il calore presente nel suolo e lo impiega per il riscaldamento degli ambienti interni. Il fluido termovettore, che scorre attraverso la sonda di mandata a una temperatura leggermente inferiore a quella del terreno circostante (circa 3-4°C se costituito solo da acqua, o fino a 0°C se miscelato con glicole), assorbe il calore dal terreno per conduzione termica.
La pompa di calore trasferisce poi questo calore all’impianto di distribuzione dell’edificio. L’acqua in uscita può raggiungere una temperatura di circa 30-35°C, ideale per alimentare i pannelli radianti o altri terminali di riscaldamento.
Nel periodo estivo, il processo si inverte: la pompa di calore restituisce il calore al terreno. In questa modalità, il fluido termovettore scende attraverso la sonda a una temperatura superiore a quella del terreno (25-30°C) e risale a una temperatura inferiore dopo aver ceduto il calore al sottosuolo. Un grande vantaggio in questa stagione è la possibilità di sfruttare il “free cooling“, utilizzando direttamente la temperatura del terreno per raffrescare l’ambiente interno, bypassando il funzionamento della pompa di calore.
Le pompe di calore geotermiche si differenziano principalmente in base al tipo di circuito utilizzato:
Nel circuito aperto, la fonte primaria di energia è l’acqua di falda. L’impianto è costituito da un pozzo di presa, dal quale viene prelevata l’acqua calda, e da un pozzo di resa, dove l’acqua raffreddata viene reimmessa nel sottosuolo. Questo sistema offre un rendimento superiore poiché l’acqua prelevata non subisce lo stesso raffreddamento che avviene nel terreno attorno a una sonda geotermica. Tuttavia, è necessario considerare il rischio di formazione di incrostazioni e la dipendenza dalla qualità e quantità dell’acqua disponibile.
Nel circuito chiuso, invece, la fonte primaria è il terreno. Il circuito è ermeticamente sigillato e formato da materiale plastico resistente, solitamente polietilene ad alta densità. In questo caso non avviene alcun prelievo diretto di acqua, ma solo uno scambio termico per conduzione tra le pareti delle tubazioni interrate e il fluido termovettore presente all’interno delle sonde. Questo sistema è più affidabile nel tempo ma richiede uno scambio termico aggiuntivo che può ridurre leggermente l’efficienza.
In Veneto, la scelta tra questi due sistemi dipende principalmente dalle caratteristiche idrogeologiche del sito e dalle autorizzazioni locali, con una tendenza crescente verso l’installazione di sistemi a circuito chiuso per la loro maggiore affidabilità e minori vincoli burocratici.
Gli impianti geotermici si distinguono in diverse tipologie, ciascuna con caratteristiche specifiche che influenzano l’efficienza, i costi e l’applicabilità nei vari contesti.
Le sonde geotermiche verticali rappresentano la soluzione più diffusa nei contesti con limitata disponibilità di spazio esterno. Queste vengono installate nel sottosuolo tramite perforazioni che raggiungono profondità comprese tra 70 e 130 metri, talvolta anche oltre. A queste profondità, la temperatura del terreno rimane costante durante l’anno, garantendo un rendimento energetico superiore e stabile.
Le configurazioni più comuni prevedono tubazioni a U singole o doppie in polietilene ad alta densità (HDPE), con la versione a doppia U che offre una minore resistenza termica. La resa termica di queste sonde dipende dalle caratteristiche geologiche del terreno, con valori medi che possono variare da 40W/m a 55W/m. In Veneto, le autorizzazioni per sonde verticali seguono regolamenti specifici, con procedure semplificate per impianti fino a 50 kW con profondità non superiori a 80 metri.
Gli impianti a sonde orizzontali richiedono una superficie disponibile considerevolmente maggiore, ma presentano costi di installazione inferiori. Le sonde vengono posate a una profondità di 1-2 metri, richiedendo una superficie che corrisponde a 2-3 volte quella da riscaldare/raffrescare.
A differenza delle sonde verticali, quelle orizzontali sono maggiormente influenzate dalle variazioni termiche stagionali, dipendendo più dall’irraggiamento solare accumulato negli strati superficiali che dal calore endogeno. Le configurazioni possibili includono serpentini, chiocciole, anelli o spirali, con scelta basata sulla natura del terreno e sul tipo di vegetazione presente.
I sistemi acqua-acqua, o “open loop”, utilizzano direttamente l’acqua di falda come fonte di energia. Questi sistemi richiedono la realizzazione di due pozzi: uno di prelievo e uno di reimmissione. La portata d’acqua necessaria per 1 kW termico oscilla tra 150 e 200 l/h, rendendo fondamentale un’analisi geologica preliminare.
Questi impianti offrono un rendimento superiore rispetto ai sistemi a circuito chiuso, ma necessitano di autorizzazioni specifiche in Veneto, rientrando nella disciplina di concessione secondo l’art. 6 del regolamento 41/2001. Esistono anche varianti a circuito chiuso con uno scambiatore interposto tra l’acqua di falda e il circuito della pompa di calore.
Le geostrutture energetiche rappresentano un’innovazione che integra gli scambiatori di calore in elementi strutturali come pali di fondazione, platee e diaframmi. Questa soluzione permette di ridurre i costi rispetto alle installazioni geotermiche tradizionali, sfruttando elementi già necessari per la costruzione dell’edificio.
Gli impianti geotermici ibridi, invece, combinano la geotermia con altre fonti energetiche come chiller ad aria o caldaie tradizionali. Questa configurazione ottimizza lo sfruttamento del terreno bilanciando i carichi termici in riscaldamento e raffrescamento, con tempi di ammortamento di circa 10 anni. Il cuore di questi sistemi è rappresentato da una centralina che gestisce le diverse fonti energetiche in base alle condizioni climatiche e ai fabbisogni dell’edificio.
I vantaggi delle pompe di calore geotermiche vanno ben oltre il semplice risparmio energetico. Questa tecnologia offre benefici tangibili che ne giustificano l’investimento iniziale, specialmente in regioni come il Veneto dove l’efficienza energetica è una priorità crescente.
A differenza dei sistemi tradizionali, le pompe di calore geotermiche mantengono prestazioni costanti indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne. Questo perché sfruttano la temperatura stabile del sottosuolo, che rimane sui 12°C durante tutto l’anno. I valori di efficienza sono superiori del 20-30% rispetto alle pompe di calore ad aria, con un coefficiente di prestazione (COP) che oscilla tra 4 e 4,5. In pratica, per ogni kWh di elettricità consumato, vengono generati oltre 4 kWh di energia termica.
Un impianto geotermico può ridurre fino al 70% i costi di riscaldamento e raffrescamento, con spese di esercizio inferiori di circa il 60% rispetto a un sistema con caldaia a metano. Inoltre, non necessitando di processi di combustione né di canne fumarie, la manutenzione richiesta è minima, limitandosi al controllo periodico della pompa di calore. Questo si traduce in un risparmio annuo che può variare da 1.000€ a oltre 2.000€ per un’abitazione unifamiliare ben isolata.
La longevità rappresenta uno dei punti di forza più significativi. Se ben dimensionato e posato, il campo geotermico ha una vita utile di circa 80-100 anni. La pompa di calore ha una durata inferiore, stimata tra 15-20 anni per uso domestico e fino a 25-30 anni per impianti più grandi. Questo rende l’investimento iniziale particolarmente vantaggioso nel lungo periodo.
L’impatto acustico è nettamente inferiore rispetto ad altri sistemi, poiché non necessitano di grandi ventilatori esterni. La pompa di calore può essere installata all’interno dell’abitazione come un comune elettrodomestico, eliminando l’impatto visivo sul paesaggio e offrendo un comfort abitativo superiore.
Un ulteriore vantaggio significativo è l’ottima integrazione con sistemi fotovoltaici. Tale abbinamento permette di ridurre drasticamente i consumi di energia elettrica, coprendo fino al 95% del fabbisogno energetico dell’impianto. Per gli edifici in Veneto, questa combinazione rappresenta la soluzione ideale per raggiungere elevati livelli di indipendenza energetica, specialmente considerando gli incentivi regionali disponibili per le energie rinnovabili.
Nonostante i numerosi vantaggi, le pompe di calore geotermiche presentano alcune limitazioni che richiedono attenta valutazione prima di procedere all’installazione. L’analisi di questi fattori è fondamentale per un investimento consapevole.
L’installazione di un impianto geotermico comporta un investimento iniziale significativo, con costi che variano dai 13.000€ ai 25.000€ per un’abitazione di circa 150mq. La componente più onerosa è rappresentata dalle perforazioni e dalle sonde, che possono incidere fino al 50-60% del costo totale. Infatti, le trivellazioni verticali hanno un costo medio di 45-60€ al metro, a cui si aggiungono circa 13-15€ al metro per le sonde geotermiche stesse.
In Veneto, l’iter autorizzativo richiede particolare attenzione. Per impianti a circuito chiuso è necessario presentare:
Per impianti a circuito aperto, invece, è obbligatoria la concessione di derivazione delle acque pubbliche, con tempistiche che possono superare i 6 mesi. Inoltre, nelle zone di tutela ambientale potrebbero esistere limitazioni specifiche che rendono impossibile l’installazione.
Un aspetto tecnico rilevante è il potenziale impoverimento termico del terreno. Se l’impianto viene sottodimensionato o utilizzato principalmente in modalità riscaldamento, il terreno può subire un graduale raffreddamento che riduce l’efficienza dell’intero sistema nel tempo. Questo fenomeno è particolarmente significativo nei climi più freddi o in presenza di terreni con bassa conducibilità termica.
Ogni impianto geotermico richiede una progettazione personalizzata basata su:
Questo rende impossibile standardizzare completamente le soluzioni e richiede l’intervento di professionisti specializzati sia per il dimensionamento che per l’installazione. Inoltre, la necessità di integrare questi sistemi con gli impianti esistenti può comportare costi aggiuntivi, specialmente in caso di ristrutturazioni.
L’investimento in un impianto geotermico rappresenta una scelta finanziaria significativa, con importanti implicazioni economiche nel lungo periodo. L’analisi dei costi e dei benefici fiscali disponibili nel 2025 è fondamentale per valutare la convenienza dell’installazione.
Per un’abitazione di 150 mq in Veneto, il costo medio di un impianto geotermico completo oscilla tra 18.000€ e 25.000€, comprensivo di pompa di calore, sonde e installazione. Il costo delle perforazioni incide per circa il 50% sul totale, con una media di 45-60€ al metro. Una configurazione tipica richiede 2-3 sonde verticali di 100 metri, con costi che variano in base alla tipologia del terreno e all’accessibilità del sito.
L’Ecobonus 65% consente di recuperare il 65% dell’investimento in dieci quote annuali, a condizione che l’impianto raggiunga un COP minimo di 4,1. In alternativa, il Conto Termico 3.2 offre un contributo diretto fino al 65% della spesa sostenuta, erogato in rate annuali o in un’unica soluzione per importi inferiori a 5.000€. Entrambi gli incentivi richiedono certificazione da parte di un tecnico abilitato.
In Veneto, il Bonus Casa 2026 garantisce detrazioni del 50% per interventi di ristrutturazione che includano l’installazione di pompe di calore geotermiche. Questa agevolazione è cumulabile con incentivi regionali specifici per l’efficientamento energetico, previa presentazione di documentazione tecnica dettagliata alle autorità competenti.
Considerando il risparmio annuo in bolletta e gli incentivi fiscali, il tempo di ammortamento di un impianto geotermico in Veneto si attesta mediamente tra 5 e 8 anni. Fattori determinanti includono l’isolamento dell’edificio, l’efficienza dell’impianto e il confronto con la fonte energetica precedentemente utilizzata. A lungo termine, il risparmio economico complessivo può superare il 70% rispetto ai sistemi tradizionali.
Le pompe di calore geotermiche rappresentano quindi una soluzione altamente efficiente per la climatizzazione domestica, con un potenziale di risparmio energetico fino al 70% rispetto ai sistemi tradizionali. Questa tecnologia, ancora sottoutilizzata in Italia, offre vantaggi concreti come l’efficienza costante durante tutto l’anno, costi di manutenzione ridotti e una durata eccezionale del campo geotermico che può superare gli 80 anni.
L’analisi dei dati presentati evidenzia chiaramente come, nonostante l’investimento iniziale significativo, i tempi di ammortamento tra 5 e 8 anni rendano questa soluzione economicamente vantaggiosa nel medio-lungo periodo, specialmente quando abbinata a impianti fotovoltaici. Gli incentivi fiscali attualmente disponibili, dall’Ecobonus 65% al Conto Termico 3.2, riducono ulteriormente l’impatto economico iniziale, migliorando il ritorno sull’investimento.
Certamente l’aspetto autorizzativo rimane un punto critico, particolarmente in Veneto dove le normative richiedono documentazione specifica e iter burocratici ben definiti. La valutazione preliminare del terreno e il corretto dimensionamento dell’impianto risultano essenziali per evitare problematiche di impoverimento termico del sottosuolo.
Prima di procedere all’installazione, raccomandiamo una consulenza tecnica approfondita che analizzi le caratteristiche specifiche dell’abitazione e del terreno. La scelta consapevole della tipologia di impianto più adatta alle proprie esigenze garantisce prestazioni ottimali e massimizza il risparmio economico nel tempo. Per una valutazione professionale sulla fattibilità e sui costi di installazione di un impianto geotermico presso la vostra abitazione, prenota una consulenza tecnica specializzata.
Indubbiamente, sebbene non rappresenti ancora la scelta più diffusa nel panorama energetico italiano, la pompa di calore geotermica costituisce una delle soluzioni più efficienti e sostenibili per chi desidera investire nel comfort abitativo a lungo termine, contribuendo contemporaneamente alla riduzione delle emissioni di CO₂ e all’indipendenza energetica della propria abitazione.
Le pompe di calore geotermiche offrono vantaggi concreti ma richiedono valutazioni attente prima dell’investimento. Ecco i punti essenziali da considerare:
• Efficienza superiore del 30-50% rispetto agli impianti ad aria, con COP tra 4-4.5 e prestazioni costanti tutto l’anno • Investimento iniziale 18.000-25.000€ per 150mq, ammortizzabile in 5-8 anni grazie al 70% di risparmio sui costi energetici • Incentivi fiscali significativi: Ecobonus 65% o Conto Termico fino al 65% dell’investimento riducono l’impatto economico • Durata eccezionale del campo geotermico di 80-100 anni garantisce vantaggi economici nel lungo periodo • Iter autorizzativo complesso in Veneto richiede SCIA comunale e documentazione tecnica specifica per l’installazione
La tecnologia geotermica rappresenta una delle soluzioni più efficienti per la climatizzazione domestica, particolarmente vantaggiosa quando abbinata a impianti fotovoltaici. Tuttavia, la progettazione su misura e la valutazione geologica preliminare sono essenziali per evitare problematiche di impoverimento termico del terreno e garantire prestazioni ottimali nel tempo.
Q1. Quanto costa installare una pompa di calore geotermica per una casa di medie dimensioni? Per un’abitazione di circa 150 mq, il costo di un impianto geotermico completo varia tra 18.000€ e 25.000€, comprensivo di pompa di calore, sonde e installazione. Le perforazioni incidono per circa il 50% del costo totale.
Q2. Quali sono i principali vantaggi di una pompa di calore geotermica rispetto ai sistemi tradizionali? I vantaggi principali includono un’efficienza energetica superiore del 30-50%, costi di esercizio ridotti fino al 70%, una durata del campo geotermico di 80-100 anni, silenziosità e assenza di unità esterne visibili.
Q3. In quanto tempo si ammortizza l’investimento per una pompa di calore geotermica? Considerando il risparmio annuo in bolletta e gli incentivi fiscali disponibili, il tempo medio di ammortamento di un impianto geotermico si attesta tra 5 e 8 anni.
Q4. Quali incentivi sono disponibili nel 2025 per l’installazione di pompe di calore geotermiche? Nel 2025 sono disponibili l’Ecobonus 65%, che permette di recuperare il 65% dell’investimento in dieci quote annuali, e il Conto Termico 3.2, che offre un contributo diretto fino al 65% della spesa sostenuta. Inoltre, il Bonus Casa 2026 garantisce detrazioni del 50% per interventi di ristrutturazione che includano l’installazione di questi impianti.
Q5. Quali sono i principali svantaggi o limitazioni da considerare prima di installare una pompa di calore geotermica? I principali svantaggi includono costi iniziali elevati, vincoli autorizzativi complessi (specialmente in Veneto), il rischio di impoverimento termico del terreno se l’impianto non è correttamente dimensionato, e la necessità di una progettazione su misura che richiede l’intervento di professionisti specializzati.